Quali sono gli obblighi di legge?
Letteratura e dottrina sono concordi: se si agisce subito, le probabilità di riprendersi da una crisi di impresa rimettendosi in sesto aumentano. La nuova normativa stilata a inizio anno parte proprio da questo assunto. Se dovessimo sintetizzarne la ratio, parafrasando una nota pubblicità, diremmo: prevenire è meglio che curare. Il concetto di base è proprio questo: monitorare costantemente la situazione è la strategia più sicura per intercettare i segnali di crisi. E correre ai ripari.
Decreto Crisi d’impresa: quali sono gli obblighi
Ma quali sono gli obblighi di legge?
Il Codice delle Crisi d’impresa (decreto legislativo 14/2019)
è entrato in vigore a marzo 2019 e sarà obbligatorio per tutti i debitori a
partire dal 14 agosto 2020. Una vacatio
legis decisamente lunga, pensata per dare modo alle aziende di conformarsi alle
previsioni del testo, ma anche per lasciare il tempo al legislatore di
introdurre correttivi, laddove necessario. Se lo spirito della norma è aiutare
le imprese a risollevarsi, infatti, secondo alcuni osservatori previsioni
eccessivamente rigide potrebbero arrivare fino al paradosso di complicare il
quadro, appesantendo la burocrazia o addirittura favorendo esse stesse una
crisi.
Una prima virata è stata l'aumento, pochi mesi fa, delle
soglie al superamento delle quali le imprese sono chiamate a dotarsi di un
organo di controllo.
Ma andiamo con ordine, partendo dagli obblighi residuali già
in vigore o che lo faranno a breve.
A partire da marzo 2019, ogni impresa è tenuta a dotarsi di
un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alle proprie
natura e dimensioni. Significa, in
sostanza, che l'impresa deve prepararsi ad aumentare i flussi informativi tra
livelli gerarchici e funzioni aziendali, per favorire l’emersione della crisi
quando questa è ancora agli albori.
La riforma modifica anche il Codice civile ampliando la
platea delle imprese tenute (entro il 16 dicembre 2019) alla nomina di un
organo di controllo o di un revisore dei conti. Con le nuove regole, alle
società che controllano altre società obbligate alla revisione e a quelle
tenute alla redazione del bilancio consolidato, si aggiungono tutte le srl e le
cooperative che presentino attivo patrimoniale o ricavi superiori ai 4 milioni
di euro o presentino più di 20 dipendenti occupati in media durante
l’esercizio. L’obbligo scatta al superamento anche di una sola di queste tre
soglie per due esercizi consecutivi e cessa se, per tre esercizi consecutivi,
non si è superato alcuno dei limiti indicati. Statuti
e atti costituitivi devono, ovviamente, essere adeguati entro la medesima data.
Decreto Crisi d’impresa: le procedure di allerta e
composizione assistita
L'imprenditore e gli organi di controllo sono tenuti a un
monitoraggio costante della situazione finanziaria, alla ricerca di segnali di
allerta basati su una serie di indicatori individuati dall’articolo 13 e dall'Ordine
Nazionale dei Commercialisti. Il Cndce deve procedere a una revisione degli
indici almeno una volta ogni tre anni: un compito delicato, considerato che un
meccanismo troppo sensibile rischia di generare un numero altissimo di falsi
positivi e di instradare verso la composizione aziende in realtà in buona
salute.
Nella gerarchia prevista dall’articolato, una ragionevole
presunzione dello stato di crisi si ha, innanzitutto, qualora si riscontri una situazione
di patrimonio netto negativo; in secondo luogo, quando il Dscr (Debt service
cover ratio) a sei mesi risulta inferiore a 1 (cioè, in pratica, quando
l’azienda non produce redditi sufficienti a coprire i debiti che
presumibilmente si dovranno affrontare nello stesso periodo).
In terzo luogo, il Cndcec ha definito cinque indici con
soglie diverse a seconda dei settori di attività: in questo caso, si presume lo
stato di crisi quando sono tutte superate.
Se i valori sono fuori norma, devono essere l’imprenditore stesso
(sua sponte) o uno degli organi di controllo (che andrebbero incontro a gravi
sanzioni in caso di omessa segnalazione) a innescare la cosiddetta allerta
interna: dapprima chiamando in causa l'organo amministrativo aziendale affinché
prenda gli opportuni provvedimenti, quindi notificando la situazione all'OCRI
(Organismo di composizione delle crisi di impresa) in caso il problema persista.
Allerta esterna, si ha, invece, quando è un creditore
pubblico qualificato, ad esempio l’INPS o l’Agenzia delle Entrate, a notificare
uno scaduto rilevante. La segnalazione,
anche in questo caso, viene ricevuta dall'OCRI.
Crisi d’impresa: le misure premiali
Quando la crisi è conclamata, l’OCRI, nella massima
discrezione, è chiamato a nominare un collegio di tre esperti che cercheranno
di comporla con misure adeguate. All’organismo sono concessi tre mesi
(prorogabili di altri tre) per provare a sanare lo squilibrio finanziario e a
raggiungere un accordo con i creditori. All'imprenditore è fatto obbligo di
adeguarsi. Se la situazione non si risolve, l’OCRI rinvia alle procedure di
insolvenza tradizionali; in alcuni casi, l’OCRI può arrivare ad effettuare una
segnalazione al pubblico ministero
La domanda principale è, ovviamente, una: uscire allo
scoperto conviene? Il legislatore ha previsto una serie di misure premiali per
chi segnala tempestivamente la crisi aziendale: dalla riduzione degli interessi
sui debiti fiscali a quella delle sanzioni, per giungere alla proroga dei
termini per il deposito di concordato preventivo o dell’accordo di
ristrutturazione dei debiti. Il testo prevede, inoltre, alcuni benefici anche
in caso di bancarotta (sia semplice che fraudolenta) di modesta entità.
Riconoscere i segnali di crisi con MF NOCRISI
Intercettare per tempo i segnali di crisi, soprattutto
quando non c’è alcun sintomo evidente e persino il fatturato pare non
registrare scossoni, è possibile tenendo costantemente sotto controllo gli
indicatori-chiave. Solo in questo modo si può evitare di generare un'allerta
che, per quanto trattata con discrezione, potrebbe influire sulla vita
aziendale (ad esempio sulla concessione di linee di credito), oltre che
naturalmente essere l'anticamera di una liquidazione.
È lo stesso Codice delle crisi di impresa che, da marzo
2019, obbliga a dotarsi di strumenti in grado di rilevare per tempo l’insorgere
di una situazione di rischio. Come MF
NOCRISI, piattaforma cloud di presidio, intercettazione e allerta preliminare
degli indicatori di una possibile crisi di impresa che consente, tra l’altro,
di notificarne i segnali agli organi di controllo, o comunicare mensilmente la
loro assenza. Uno strumento essenziale per l'imprenditore, il direttore
finanziario ma anche per il commercialista, che potrà offrire un servizio ad
altro valore aggiunto alla propria clientela.
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