I destinatari del codice


Il nuovo codice sulle crisi di impresa entrato in vigore il 16 marzo scorso è un ripensamento globale della materia che parte da un assunto: la rapidità di intervento è decisiva per evitare un’escalation che può condurre fino alla liquidazione giudiziale.

Le norme si rivolgono a tutti i debitori, siano essi consumatori, professionisti o imprenditori che operino come persona fisica, persona giuridica o altro ente collettivo, gruppo di imprese o società pubblica.

L’obbligo per l’imprenditore è, da una parte, quello di dotare l’azienda di un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato; dall’altra, quello di attivarsi prontamente per l’anticipazione della crisi attraverso un’intensificazione dei flussi informativi. Con la riforma il legislatore ha voluto, in sostanza, favorire l’emersione delle situazioni di difficoltà imponendo un controllo costante dello stato finanziario dell’impresa. Ma non basta: una volta individuata la potenziale crisi, sarà necessario prendere provvedimenti opportuni in tempi brevi.

Obbligo di nomina dell’organo di controllo o revisore

Le segnalazioni all’OCRI (l’Organismo di composizione delle crisi) potranno partire da creditori qualificati come l’Agenzia delle Entrate.

La novità più rilevante della riforma sotto questo profilo è, però, l’obbligo di segnalazione da parte degli organi di controllo interni all’azienda, naturalmente allo scattare dello stato di allerta. Le nuove norme, a questo proposito, hanno ampliato la platea delle aziende tenute alla nomina modificando i relativi articoli del Codice civile.

Oltre alle società che ne controllano altre obbligate alla revisione legale dei conti e quelle tenute alla redazione del bilancio consolidato, il testo indica che sindaco unico o collegio sindacale o revisore dei conti devono essere nominati da tutte le srl e le cooperative che presentino attivo patrimoniale o ricavi superiori ai 4 milioni di euro o abbiano più di 20 dipendenti occupati in media durante l’esercizio. L’obbligo scatta al superamento anche di una sola di queste tre soglie per due esercizi consecutivi.

Va rilevato che il legislatore è già intervenuto per modificare le soglie inizialmente previste. Quelle sopra indicate sono, infatti, state introdotte per effetto della legge 55 del 14/6/2019 che ha modificato le previsioni iniziali del Codice delle crisi. Il testo originale prevedeva, infatti, limiti più stringenti (2 milioni per attivo e ricavi e 10 dipendenti). Una correzione drastica a così breve distanza temporale dall’introduzione della riforma si deve al fatto che l’obbligo di nomina è stato immediatamente giudicato troppo oneroso per le piccole imprese, e quindi in collisione con lo spirito della norma, volto ad aiutare le aziende in difficoltà e non a complicarne la gestione.

Occorre dunque tenere d’occhio le evoluzioni della normativa, le associazioni di impresa hanno avviato un dialogo con il governo per allargare le maglie della misura al fine di mitigarne l'impatto sulle aziende più piccole.

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Le nuove norme mirano alla “diagnosi precoce” e impongono alle imprese dotarsi di strumenti e piattaforme adeguati a intercettare per tempo i segnali di crisi.

Strumenti come MF NOCRISI, una piattaforma cloud di presidio, intercettazione e allerta pensata per l’imprenditore, il commercialista, il revisore contabile. MF NOCRISI aiuta ad assolvere in modo semplice e automatico ai controlli previsti dalla normativa. Sono coinvolti gli imprenditori individuali, collettivi, le aziende agricole, le imprese minori, quelle soggette a liquidazione amministrativa. Nonostante le grandi imprese siano escluse dall’obbligatorietà normativa, anch’esse possono, tuttavia, beneficiare di una serie di misure premiali se provvedono a dotarsi di sistemi di early warning. Inoltre, MF NOCRISI si integra perfettamente con MF CENTRALE RISK, l’innovativo tool per il monitoraggio dei dati in Centrale Rischi e il miglioramento del proprio standing bancario.

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